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‘’Non avrei potuto fare nient’altro nella mia vita che dare forma e colori alle cose per portare bellezza nelle case e nelle vite delle persone’’
Avevo 8 anni quando ho iniziato a cimentarmi con le prime composizioni. All’epoca avevo una sola fan (mia mamma), ma bastava il suo sostegno per farmi sentire il piu’ celebre artista del Vittoriano. Ero già sicuro che dipingere sarebbe stata la lunga via artistica verso la vera identità creativa che le avevo promesso avrei trovato. Dopo anni di sacrifici in questo faticosissimo ma forgiante istituto d’arte in via di Ripetta nel cuore della capitale (tra piazza del popolo e piazza di Spagna), sono stato istantaneamente catapultato dai grandi nomi di quel periodo, nei piu’ storici ed ambiti studi e laboratori di artisti italiani e romani. Ma nonostante fosse già un importante e solido punto di arrivo, continuavo a sentire dentro di me un doloroso senso di vuoto interiore che continuava a logorarmi lentamente.
Incredibile. Avevo tutto e facevo ciò che mi appassionava. Eppure dentro, qualcosa non andava…
Capii subito che solo l’arte poteva trasformarsi nella chiave per liberare il mio potenziale. La mia anima imprigionata soffocava dalla difficoltà nel tirare fuori le emozioni e i pensieri che avevo dentro.
Nessuno riusciva a capirmi…Nessuno riusciva a farmi sentire apprezzato. Nessuno riusciva a colmare quel vuoto tridimensionale che da quando aprivo gli occhi, mi incendiava il cuore.
Solo i miei colori e le mie tele avevano tale potere su di me. Dopo l’ennesima delusione, ho scelto di mollare tutto e tutti e tuffarmi nel secondo capitolo della mia avventura. La scelta piu’ folle e coraggiosa della mia strana vita…Isolarmi e andare a vivere negli Stati Uniti.
Wow!
Ricordo ancora, subito dopo essere atterrato a Miami, come ogni parte di me è stata totalmente catturata da questi suggestivi colori ipnotici senza spazio ne tempo che le persone iniziavano a definire ‘’LA POP ART’’. Ancora non era nemmeno arrivato in hotel e già sentivo dentro che avrei voluto comunicare me stesso al mondo in quel modo per sempre.
Guardando indietro a quei 3 anni, oggi mi sembrano 10 vite…Tra strazianti abrasioni, continue ustioni e scottanti bruciature in tutto il corpo, sono riuscito a mettere a punto la tecnica suprema che mi avrebbe poi trasformato nell’artista del fuoco che oggi rappresento.
Faceva molto meno male quello, che sentire la mia anima urlare silenziosamente all’interno della grigia prigione mentale ed emotiva nella quale vivevo senza trovare una via d’uscita.
Mi sentivo dentro un labirinto. La luce e i colori erano l’unica strada verso l’armonia e l’equilibrio.
Tornato a Roma per riprendere ciò che avevo lasciato in sospeso, decisi inizialmente di andare a trovare solo una ‘’persona’’ tra tutte quelle che avevo dolorosamente abbandonato nel mio passato. Questa è stata l’unica che non mi ha mai voltato le spalle e che nelle notti piu’ buie, mentre torturavo la mia anima, mi ha comunque continuato a mostrare uno spiraglio di luce raggiante che si è rivelato la mia piccola, preziosa e abbagliante ancora di salvezza.
Si! Sto parlando di Gesu’.
E’ proprio inginocchiato nella mia chiesa preferita, davanti a questa imponente croce gigante e con le lacrime agli occhi colmi di gratitudine che vengo folgorato dall’intuizione che completa definitivamente la mia tecnica. Questa diventerà la mia firma ed il segno indelebile del mio passaggio artistico : la combustione del metacrilato.
Una sintesi rigeneratrice che mi permette di dare nuova veste agli immortali miti contemporanei.
E qui inizia il terzo e ultimo capitolo della mia storia.
Ogni settimana una nuova galleria, una nuova mostra, una nuova soddisfazione nel guardare il nome di Dicò associato ai giganteschi titani dell’arte come Andy Warhol, Mimmo Rotella, Pablo Echaurren, Sigfrido Oliva e Barbara Bouchet…
E se oltre a dei volti che hanno segnato la storia, avessi iniziato a rappresentare città e paesaggi?
Neanche un mese da quel momento e già il mio accecante Colosseo alto 3 metri, confinava con le torri gemelle e un’abbagliante torre Eiffel nei musei d’arte contemporanea dove fino a qualche anno prima non trovavo nemmeno la forza di varcare l’entrata.
Trampolini di innumerevoli conoscenze ed amicizie con qualsiasi tipologia di persona sul questo paradossale pianeta, che vanno da capi di stato ad attori di hollywood, da legende musicali ad imprenditori con patrimoni smisurati, da stilisti nel mondo del lusso a sportivi internazionali. Ognuno ha voluto un pezzo di Dico’ da conservare e poter sfoggiare in ogni casa, come una pagina strappata dalla mia vita a colori impressa a fuoco ed appesa ad un muro per essere resa immortale.
Renzo Rosso della Diesel, Renato Balestra, Matteo Marzotto, Keanu Reeves, Penelope Cruz, Morgan Freeman, Antonio Banderas, Luisa Ranieri, Javier Bardem sono solo alcuni nomi tra quelli che hanno scelto di farmi vivere nei loro salotti senza fine trasformandoli con i miei neon arcobaleno nei jazz club piu’ eleganti ed esclusivi di new york.
Dopo una vita dedicata interamente ai colori e agli infiniti modi per raccontarli sui volti e scenari regalati dalla mia folle immaginazione, il 7 giugno 2017 sono riuscito a mantenere quella famosa promessa fatta alla mia fan preferita quaranta anni prima, esponendo finamente nel sacro Complesso del Vittoriano. Per me, la piu’ alta ed indescrivibile soddisfazione è aver regalato un sorriso a quell’angelo che mi ha dato la spinta iniziale per vedere la luce dove era buio e di cambiare occhi per iniziare a vedere i colori nel mondo che fino a prima era sempre stato solo in bianco e nero.
Benvenuto nel mio mondo….

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